Diffamazione transfrontaliera con maggiori certezze sulla legge da applicare. Gli eurodeputati approvano una risoluzione per le modifiche al regolamento Ue Roma II

Approvata dal Parlamento europeo, come anticipato nel post del 5 maggio, la risoluzione che spiana la strada all’adozione di una modifica al regolamento n. 864/2007 dell’11 luglio 2007 sulla legge applicabile alle obbligazioni extracontrattuali (Roma II), con l’obiettivo di individuare con certezza la legge applicabile alle obbligazioni non contrattuali derivanti dalla violazione della privacy e dai diritti della personalità, inclusa la diffamazione che, per il Parlamento europeo, deve essere quella del Paese nel quale si verificano o è probabile che si verifichino gli elementi più significativi del danno (P7_TA-PROV(2012)0200, roma II). A questo riguardo, sono state individuate delle presunzioni: si considera tale, infatti, la legge dello Stato “verso il quale la pubblicazione o la trasmissione sono principalmente indirizzate o, ove ciò non sia evidente, il paese in cui viene esercitato il controllo editoriale, e il diritto applicabile è il diritto di codesto paese. Il paese al quale una pubblicazione o una trasmissione sono principalmente destinate è determinato in particolare dalla lingua della pubblicazione o della trasmissione, ovvero dalle vendite o dai dati di ascolto in un determinato paese, in proporzione sul totale delle vendite o dei dati di ascolto o da una combinazione di questi fattori”. Maggiori certezze anche sulla legge applicabile al diritto di rettifica o alle misure equivalenti e a qualsiasi misura preventiva o azione inibitoria contro un editore o un organo di radiodiffusione. In particolare, “per quanto riguarda il contenuto di una pubblicazione o di una trasmissione, come pure riguardo alla violazione della vita privata o dei diritti della personalità derivante dal trattamento di dati personali” la legge applicabile dovrebbe essere quella del paese “in cui risiedono abitualmente l’editore o l’organo di radiodiffusione o l’incaricato al trattamento dei dati personali”.

Si veda il post ” Un freno al turismo giudiziario in materia di diffamazione. Si muove il Parlamento europeo

 

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