Le decisioni della BCE all’esame di Lussemburgo

Con sei voti a favore e due contrari la Corte costituzionale tedesca, con ordinanza del 7 febbraio 2014, per la prima volta nella sua attività, ha deciso di rimettere una questione pregiudiziale alla Corte di giustizia dell’Unione europea (“The Federal Constitutional Court”). E non su una questione qualsiasi, bensì su un aspetto che certo è determinante per lo stesso futuro dell’euro. In pratica, la Consulta tedesca chiede ai colleghi di Lussemburgo di chiarire se l’Outright Monetary Transactions (OMT) adottato dalla Banca centrale europea di Mario Draghi nel 2012 (ECB_ Technical features of Outright Monetary Transactions) sia compatibile con il Trattato Ue e, in particolare con l’articolo 123 del TFUE. Inoltre, i giudici Ue sono chiamati a valutare se l’adozione dell’OMT sia il frutto di una decisione ultra vires o se la sua adozione rientri nelle competenze attribuite a Francoforte.

La grave crisi economica e monetaria che ha afflitto – e affligge – alcuni Paesi dell’eurozona – tra tutti, Grecia, Spagna, Portogallo e Italia – aveva spinto la Banca centrale ad approvare il programma OMT in base al quale la stessa BCE può acquistare titoli pubblici di Stati che hanno sottoscritto piani di aiuto. Un meccanismo introdotto nell’eurosistema per risolvere la questione dei debiti sovrani. Alcuni deputati tedeschi, supportati da 37.000 cittadini, avevano fatto ricorso alla Corte costituzionale ritenendo che si trattasse di un’invasione della BCE nella politica economica che è invece di competenza statale. La Consulta tedesca, pur mostrando le idee chiare sulla illegittimità dell’azione della Banca centrale europea, ha deciso di sospendere il procedimento interno, rimettendo la questione alla Corte Ue che dovrà dire una parola decisiva sull’azione compiuta dalla BCE per il salvataggio dell’euro e dei Paesi sulla soglia del baratro. La Corte costituzionale non ha accolto la posizione del giudice Gerhardt secondo il quale il ricorso alla Consulta avrebbe dovuto essere dichiarato inammissibile chiudendo così la partita. Malgrado il verdetto definitivo sia così rimandato non si può non sottolineare l’atteggiamento fortemente critico della Corte costituzionale tedesca verso l’operato dei vertici di Francoforte. Ed invero, nonostante il rinvio, i giudici tedeschi evidenziano che l’imposizione di riforme strutturali (stretta condizionalità) sugli Stati i cui titoli sono acquistati dalla BCE viola la sovranità nazionale, pur affermando che non si può escludere che la decisione OMT possa essere interpretata in modo tale da non risultare in contrasto con il diritto Ue.

Intanto, però, appuntamento nuovamente a Karlsruhe per il 18 marzo per la sentenza sul Meccanismo europeo di stabilità e sul Fiscal Compact.

2 Risposte
  • Antonio Patania
    aprile 26, 2015

    E veramente inconcepibile sotto qualsiasi profilo come possa esistere una banca centrale da un lato delegata e da un altro lato indipendente .L.euro fu istituito dagli stati europei che ne sono i veri proprietari all.atto dell.emissione essendo la moneta un bene giuridico economico di diritto pubblico.Il titolo di proprietà si evince dalle costituzioni interne e dalle leggi penali.Viceversa e inaspettatamente invece osserviamo dai comportamenti messi in atto dai continui prestiti richiesti dagli stati che il vero proprietario dell.euro all.atto dell.emissione non e identificabile .Dunque manca la certezza del diritto .Da ciò si dedurrebbe che per entrare nell.unione europea ci sono state delle cessioni di sovranità in contrasto con il diritto interno e con il diritto internazionale.Il diritto comunitario si e sopra elevato a tutti i diritti in modo arbitrario.Una sconfitta per tutti quelli che ci credevano.

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