Sovraffollamento nelle carceri, condizioni di vita non in linea con gli standard fissati dal Consiglio d’Europa, necessità di modificare alcune modalità del regime di detenzione speciale del 41bis. E’ quanto risulta dal rapporto diffuso oggi dal Comitato per la prevenzione della tortura del Consiglio d’Europa all’esito di due visite condotte in Italia, una nel 2012 (CPT/inf(2013)32, rapporto) e l’altra nel 2010 (2013-30-inf-eng).
La visita più recente è stata condotta nelle carceri di Vicenza, Bari, Firenze, Palermo, Milano (San Vittore). La situazione più grave sotto il profilo dell’eccessivo numero di detenuti in uno spazio ristretto è nel carcere di Bari che in alcuni casi conta addirittura 11 persone in una cella di 19,60 mq (che vuol dire 1,78 metri quadrati per detenuto), con l’ala femminile non ristrutturata. Nel carcere di Vicenza sono stati denunciati episodi di maltrattamento e all’Ucciardone di Palermo i detenuti vivono in condizioni igieniche non adeguate. Per quanto riguarda il regime del 41bis, la delegazione del Comitato si è soffermata sul carcere di Terni che – si osserva nel rapporto – mostra di non essersi adeguato alle misure già da tempo richieste dal Consiglio d’Europa. Se è vero, infatti, che per combattere forme particolari di criminalità organizzata può essere necessario adottare un regime speciale di detenzione, è anche vero che lo Stato non può eliminare diritti fondamentali dei detenuti. Non ha convinto in alcun modo il Comitato il sistema di videosorveglianza all’interno della cella disposto nel carcere di Terni che conduce a una violazione del diritto alla privacy, che può essere ammessa solo in casi eccezionali, quando è a rischio la vita del detenuto.
L’Italia, nelle sue risposte (risposta del Governo), ha indicato il sistema di riorganizzazione carceraria in via di attuazione, l’applicazione di misure alternative alla detenzione e la costruzione di nuove carceri. Intanto, però, dopo la condanna nel caso Torregiani dell’8 gennaio 2013 per violazione dell’articolo 3 della Convenzione dei diriti dell’uomo che vieta trattamenti disumani e degradanti proprio a causa delle condizioni detentive inflitte al detenuto, l’Italia ha fatto ancora poco. E sono inevitabili altre condanne se le condizioni di vita dei detenuti rimangono quelle attuali vista la difformità rispetto agli standard internazionali.
Si vedano i post http://www.marinacastellaneta.it/blog/sovraffollamento-delle-carceri-in-europa-diffuse-le-statistiche-relative-al-2011.html e http://www.marinacastellaneta.it/blog/strasburgo-accende-i-riflettori-sulla-drammatica-condizione-dei-detenuti-in-italia.html.
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