L’Italia rischia una condanna per la legge 117/1998 sul sistema di risarcimento dei danni provocati nell’esercizio delle funzioni giudiziarie e sulla responsabilità civile dei magistrati. La Commissione europea, infatti, ha presentato un ricorso alla Corte di giustizia Ue (causa C-379/10) , in base all’articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, ritenendo l’Italia inadempiente perché esclude la responsabilità dello Stato nei casi di danni arrecati ai singoli a seguito di una violazione del diritto Ue. La questione è arrivata sotto i riflettori della Commissione a seguito dell’adozione della sentenza della Corte di Lussemburgo che, il 13 giugno 2006 (C-173/03, Traghetti del Mediterraneo), aveva “bocciato”, nel primo caso riguardante la responsabilità extracontrattuale dell’Italia per violazione del diritto comunitario da parte dei giudici di ultimo grado, la legge n. 117 del 13 aprile 1988 sulla responsabilità civile dei magistrati.Per i giudici comunitari, né il limite oggettivo, che esclude determinate attività, come quella di interpretazione delle norme e di valutazione del fatto e delle prove, dall’azione di risarcimento dei danni, né quello soggettivo, che limita l’azione di responsabilità ai soli casi in cui il provvedimento giudiziario erroneo sia causato dal dolo o dalla colpa grave del magistrato, sono compatibili con il principio della responsabilità extracontrattuale dei Paesi membri per violazione dell’ordinamento comunitario.
L’Italia ha mantenuto in piedi il sistema. Di qui l’azione della Commissione sulla quale si pronuncerà nei prossimi mesi la Corte Ue.
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