La Cassazione frena sugli indirizzi restrittivi in materia di asilo

Non basta accertare l’esistenza di situazioni che giustifichino la concessione dell’asilo a immigrati arrivati sul territorio italiano. Da tempo – ha precisato la Corte di Cassazione con ordinanza n. 563/13, sesta sezione civile, depositata il 10 gennaio 2013 (ordinanza) – è stato superato il precedente indirizzo restrittivo in materia di diritto di asilo. Con la conseguenza che le autorità nazionali devono accertare l’esistenza di condizioni che possano giustificare la concessione della protezione sussidiaria o il rilascio di un permesso umanitario. La vicenda arrivata alla Cassazione ha preso il via da un ricorso di una cittadina nigeriana che aveva presentato una richiesta di protezione internazionale. L’istanza era stata respinta dalla Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale di Gorizia e la stessa Corte di appello non aveva accolto le richieste della donna. Di qui il ricorso in Cassazione che ha dato ragione alla richiedente ritenendo che la Corte di appello si fosse limitata a considerare solo gli aspetti relativi alla concessione del rifugio politico senza un adeguato accertamento della sussistenza di situazioni idonee a giustificare la concessione di una protezione sussidiaria, accertamento necessario in base al Decreto legislativo 19 novembre 2007 n. 251 che ha attuato la direttiva 2004/83. L’accertamento – ha precisato la Cassazione – era indispensabile proprio tenendo conto della situazione di violenza diffusa nel Paese e delle persecuzioni provocate dall’appartenenza religiosa. Di conseguenza, la Cassazione ha annullato la pronuncia e rimesso la questione alla Corte di appello che dovrà nuovamente pronunciarsi sul ricorso della donna.

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