Rafforzare i diritti dei bambini grazie al Trattato Ue. Necessaria però una modifica della procedura legislativa del Trattato

Il Trattato di Lisbona come base per rafforzare i diritti dei bambini che devono trovare uno spazio più ampio nel territorio comunitario. E’ quanto risulta da uno studio della Commissione sullo spazio di libertà, sicurezza e giustizia del Parlamento europeo approvato ad aprile 2012 (PE462/445, EST72971 bambini) che, prendendo spunto dall’articolo 3 del Trattato Ue che attribuisce all’Unione il compito di tutelare anche i diritti del minore, cataloga i diritti già riconosciuti sia in atti internazionali sia in atti dell’Unione indicando alle istituzioni Ue i passi da intraprendere per mettere in campo una tutela più ramificata. Che va dall’ambito lavorativo a interventi finalizzati a contrastare in modo più efficace lo sfruttamento dei minori da parte della criminalità anche nell’ambito della tratta degli esseri umani. La stessa Carta dei diritti fondamentali, all’articolo 24, si occupa dei diritti dei minori e quindi le istituzioni – si precisa nello studio – devono tener conto del benessere dei bambini in ogni atto adottato nel contesto comunitario. In questa direzione, nelle 11 raccomandazioni incluse nello studio si chiede una valutazione d’impatto sui minori degli atti adottati anche relativi ad altri ambiti, l’utilizzo di indicatori usati dall’Agenzia europea per i diritti fondamentali, l’impegno della Commissione e delle altre istituzioni nell’esplorare le modalità per aderire alla Convenzione delle Nazione Unite sui diritti del fanciullo del 1989. Il Parlamento, inoltre, dovrebbe chiedere alla Commissione un impegno al fine di proporre al Consiglio una decisione che preveda l’applicazione di una procedura ordinaria legislativa piuttosto che quella speciale prevista per il diritto di famiglia con implicazioni transfrontaliere (in base all’articolo 81, 3 del TFUE) chiarendo la necessità di promuovere e proteggere i diritti del minore.

 

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