Ancora nulla di fatto: nessuno è sotto processo per le morti durante l’attacco alla Freedom flottiglia e nessuno ha risarcito i familiari. E’ quanto ha constatato il Consiglio per i diritti umani dell’Onu che ha divulgato un documento sullo stato di attuazione della risoluzione del Consiglio n. 17/10 relativa alla relazione del panel di esperti indipendenti nominati dal Consiglio per i diritti umani sugli incidenti relativi alla nave Mavi Marmara e alla Freedom flottiglia di aiuti umanitari diretta verso Gaza, avvenuti il 31 maggio 2010. In pratica, si constata nel documento dell’8 maggio (A/HRC/20/3/Rev.1HRC), da un lato la Turchia ha mostrato la ferma intenzione di non riallacciare i rapporti con Israele fino a quando non saranno riparati i danni provocati e presentate scuse ufficiali dal Governo di Tel Aviv, dall’altro lato Israele ha sì nominato una Public Commission ma in pratica le indagini non procedono e alcuni beni sequestrati rimangono nelle mani israeliane. La Turchia, poi, contesta le conclusioni sulla legalità del blocco imposto da Israele.
Si vedano i post del 25 luglio 2010 e del 5 settembre 2011.
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