Sono 400 milioni i cittadini degli Stati membri che circolano liberamente nello spazio Ue proprio grazie al sistema Schengen. Ma dal check up attivato dalla Commissione europea su Schengen dal 1° gennaio 2011 al 30 aprile 2012 (COM(2012)230,Biannual report on the functioning of the Schengen area 20111101-20120430) risulta che in due casi gli Stati per motivi di sicurezza hanno ripristinato temporaneamente i controlli alle frontiere (Francia – Italia nel caso del G20 e Francia e Spagna). Allarme però sulle frontiere esterne soprattutto del Mediterraneo: la grave crisi in atto e il regime di austerità praticato negli Stati membri potrebbe avere un impatto negativo sull’ingresso di cittadini di Paesi terzi, anche su quelli che hanno diritto ad entrare. Il punto cruciale è il Mediterraneo con problemi soprattutto in Grecia che, però, questa volta proprio grazie alla crisi ha dovuto bloccare la costruzione di un muro per evitare i transiti alle frontiere anche da parte di cittadini che sfuggono alla guerra. La Commissione europea vigila: non convince, per esempio, la volontà del Governo olandese di installare videocamere nei punti di ingresso: una sorta di “grande fratello” certo contrario all’obbligo di rispettare i diritti umani.
Le apprensioni dei Governi non hanno poi molte giustificaizoni se si tiene conto che nel 2011 sono stati 350.944 i cittadini di Stati terzi che hanno cercato di entrare con una diminuzione del 9,1% rispetto all’anno precedente. La via prescelta è il mare.
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