Nelle controversie transfrontaliere da migliorare il sistema di patrocinio a spese dello Stato

Spazio europeo di giustizia senza ostacoli amministrativi per consentire anche a coloro che sono sprovvisti di risorse economiche di agire in giudizio in ogni Stato membro quando la controversia ha carattere transfrontaliero. Un obiettivo non del tutto realizzato, ha sottolineato la Commissione europea nel rapporto sullo stato di attuazione della direttiva 2003/8/CE del 27 gennaio 2003 intesa a migliorare l’accesso alla giustizia nelle controversie transfrontaliere attraverso la definizione di norme minime comuni relative al patrocinio a spese dello Stato in tali controversie. Nel rapporto del 23 febbraio 2012 (COM(2012)71 http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2012:0071:FIN:IT:PDFhttp://register.consilium.europa.eu/pdf/en/12/st07/st07660-ad01.en12.pdf) Bruxelles punta il dito anche sull’assenza di informazioni ai cittadini: solo il 15% dei cittadini Ue è infatti consapevole della possibilità di richiedere un aiuto per accedere allo giustizia in un altro Stato membro facendo valere i propri diritti senza incontrare ostacoli economici. Da sciogliere alcuni nodi. Prima di tutto con riferimento alla possibilità degli Stati di respingere le richieste relative ad azioni che appaiono manifestamente infondate. Un margine di discrezionalità troppo ampio che talvolta non consente di tenere conto dell’importanza del ricorso per chi agisce in giudizio. Da migliorare anche il sistema di patrocinio a spese dello Stato nei casi di esecuzione delle sentenze e degli atti autentici che pure rientrano nell’ambito di applicazione della direttiva

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