Il Comitato europeo dei diritti sociali ha presentato, il 23 marzo, il rapporto annuale sull’attività nel 2022 dal quale risulta che sono stati esaminati ben 611 casi, con riguardo a 33 Stati, che hanno portato, nell’esame dei rapporti statali, a 611 conclusioni, con 255 situazioni in cui vi è stato un accertamento della violazione della Carta sociale europea e 245 conclusioni di conformità. In primo piano, le condizioni di lavoro, il diritto a un equo compenso, i licenziamenti collettivi, con l’accertamento di situazioni in cui, in alcuni Paesi, l’orario di lavoro supera le 16 ore di attività lavorativa (1680aaa56d, 1680aaa56f). Non sono mancati anche casi relativi alle molestie sessuali sui posti di lavoro sotto il profilo dell’assenza di misure preventive e sulla mancanza di adeguati strumenti di riparazione. In alcuni Paesi, poi, i lavoratori non hanno potuto godere dell’effettivo diritto di partecipare al processo decisionale nelle imprese in cui prestano l’attività lavorativa relativamente alle condizioni di lavoro, all’ambiente di lavoro, assenza che è completata dalla mancanza di rimedi giurisdizionali. Tuttavia, non manca qualche nota positiva perché – scrive il Comitato – in alcuni Stati la situazione è migliorata, anche con riguardo all’esercizio del diritto di sciopero.
Il Comitato inizia a confrontarsi con le nuove tecnologie e ha chiarito che la Carta sociale si applica in tutti i casi e in tutte le circostanze legate all’attività lavorativa, così includendo anche i casi di lavoro da remoto. Ciò comporta l’applicazione dei diritti anche nei casi di molestie online, con il connesso obbligo del datore di lavoro di adottare tutte le misure necessarie per prevenire le violazioni nel mondo digitale. Oltre ad aver esaminato i rapporti statali, il Comitato ha fatto il punto sui ricorsi individuali alcuni dei quali hanno riguardato l’assenza di un adeguato compenso nel caso di attività lavorativa svolta durante giorni festivi e sul livello di adeguamento dei singoli Stati (qui i dati sull’Italia Italy). Il Comitato è inoltre focalizzato su una valutazione complessiva degli effetti del Covid-19 sulle attività lavorative e sulle misure adottate degli Stati per fronteggiare la pandemia che possono aver avuto un effetto sui diritti dei lavoratori. Molti Stati, tuttavia, non hanno ancora consegnato tutte le informazioni e così il Comitato si riserva di affrontare la questione in seguito anche se ha fornito talune conclusioni con riguardo a singoli diritti. Centrale, nell’attuazione della Carta, la lotta degli Stati alle violenze e alle molestie sui luoghi di lavoro. In particolare, sull’attuazione dell’articolo 26, che assicura il diritto alla dignità sul luogo di lavoro, il Comitato si è soffermato anche sull’Italia rilevando che lo Stato ha svolto un’adeguata campagna informativa e ha finalmente proceduto alla ratifica della Convenzione dell’Organizzazione internazionale del lavoro contro le violenze e le molestie sul posto di lavoro.
Un giudizio positivo sull’Italia anche nella fase di riparazione con la concessione degli indennizzi alle vittime di molestie.
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