L’Unione europea complice delle gravi violazioni dei diritti umani a danno dei migranti in Libia

L’Unione europea ha favorito gli abusi perpetrati dalla Libia nei confronti dei migranti. Con quest’accusa di sostanziale complicità la Missione d’indagine indipendente sulla Libia, nel rapporto presentato al Consiglio per i diritti umani dell’ONU il 3 marzo 2023 (A/HRC/52/83, Libia), ha messo nero su bianco, ancora una volta, la “collaborazione” con la Libia di Stati e Unione Europea nella commissione di gravi abusi che hanno portato a massicce violazioni dei diritti umani. La Missione ha competenza per gli abusi e le violazioni commesse a partire dal 2016 e ha concluso che vi sono ragionevoli basi per ritenere che sono stati commessi crimini contro l’umanità contro libici e migranti. Uno scenario fatto di detenzioni arbitrarie, omicidi, tortura, stupri, schiavitù, sparizioni forzate, esecuzioni extragiudiziali. Le prove si accumulano e questo ha portato la Missione a ritenere che nei luoghi di detenzione dei migranti che sono sotto il controllo formale o effettivo della Direzione libica per la lotta all’immigrazione illegale, della Guardia costiera libica e dell’Apparato di supporto per la stabilità si continuano a commettere probabili crimini contro l’umanità. Questi organi – si legge nel rapporto – hanno ricevuto supporto tecnico, logistico e monetario dall’Unione europea e dai suoi Stati membri, anche attraverso l’intercettazione e il rimpatrio di migranti. Per bloccare queste violazioni, la Missione – che ha compiuto visite in Italia, Ruanda, Malta e Paesi Bassi – ha chiesto agli Stati europei e alla Libia di effettuare controlli compatibili con gli obblighi internazionali, incluso l’obbligo di non refoulement. La Libia, inoltre, dovrebbe porre fine alla criminalizzazione dei migranti irregolari e smantellare i luoghi di detenzione segreti. Gli altri Stati dovrebbero procedere a esercitare la giurisdizione universale sui crimini internazionali commessi in Libia. Appelli che, senza dubbio, cadranno nel vuoto.

Nessun commento

Aggiungi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *