La degenerazione dei rapporti familiari anche se c’è un rischio per la propria vita non consente l’attribuzione dello status di rifugiato

Per il riconoscimento dello status di rifugiato o la concessione della protezione sussidiaria è necessario che il richiedente si trovi in uno stato di grave pericolo derivante dalla situazione socio-ambientale del suo paese di origine, in presenza di elementi “direttamente riferibili alle sue condizioni e/o convinzioni personali”. Non basta, quindi, un rischio per la propria vita conseguenza della degenerazione dei rapporti familiari anche se accompagnata dall’inefficienza e dalla corruzione della polizia del proprio paese. Lo ha stabilito la Corte di cassazione, sesta sezione civile, con sentenza depositata il 13 gennaio 2012 (n. 420/12, doc1719), con la quale la Suprema Corte ha respinto il ricorso presentato da un cittadino nigeriano al quale la Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale di Trapani aveva negato lo status di rifugiato.

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