Situazioni di crisi e diritti umani: le risposte degli Stati durante la pandemia

Il Gruppo di lavoro dello Steering Committee for Human Rights del Consiglio d’Europa ha pubblicato il documento sui diritti dell’uomo in situazioni di crisi nel quale sono raccolte, con particolare riguardo alla pandemia da Covid-19, le risposte degli Stati che hanno adottato misure legislative derogando, in diversi casi, alle norme in materia di diritti umani (CDDH(2022)05, deroghe COE). Il Gruppo di lavoro che si è occupato di redigere il documento ha inviato alcune domande standard agli Stati che hanno fornito informazioni sulle procedure da seguire, sul piano interno, nelle ipotesi in cui decidano di avvalersi della deroga prevista dall’articolo 15 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Attenzione particolare è stata rivolta al quadro normativo di ciascuno Stato al fine di accertare se gli ordinamenti interni prevedano talune condizioni per dichiarare lo stato di emergenza e se, a livello nazionale, siano presenti in modo chiaro i soggetti e l’iter da seguire per la proclamazione dello stato di emergenza. Inoltre, gli Stati hanno anche fornito chiarimenti sulla valutazione circa il funzionamento dello stato di emergenza soprattutto alla luce dell’esperienza post-pandemica. Hanno partecipato 28 Stati tra i quali l’Italia, la Francia, la Grecia, la Spagna, la Turchia e il Regno Unito. Le autorità italiane, che hanno fornito una risposta di poche righe, hanno indicato la mancanza di procedure ad hoc diverse rispetto a quella prevista dall’articolo 15 della Convenzione europea. In ogni caso, l’Italia, a differenza di altri Stati, non ha attivato l’articolo 15 durante la pandemia, malgrado le misure eccezionali adottate.

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