Con 141 voti a favore è stata approvata la risoluzione dell’Assemblea generale sull’aggressione della Russia all’Ucraina (qui la bozza A_ES-11_L.1-EN). La paralisi, per il veto russo, del Consiglio di sicurezza ha portato all’attivazione del meccanismo “Uniting for peace” (istituito con la risoluzione del 3 novembre 1950, 377A-V), a seguito dell’adozione della risoluzione n. 2623 del 27 febbraio 2022 (2623) con la quale il Consiglio ha preso atto dell’impossibilità di svolgere le proprie funzioni nel mantenimento della pace e della sicurezza internazionale e ha chiesto all’Assemblea generale di convocare una sessione speciale di emergenza. La risoluzione dell’Assemblea generale è stata così approvata con 141 sì, 5 voti contrari (Bielorussia, Cina, Russia, Corea del Nord, Eritrea e Siria) e 35 astensioni, soprattutto Paesi africani che dal 2000 hanno stretti rapporti con la Russia che sfrutta le risorse economiche di quei Paesi in cambio di cospicue somme di denaro. Nella risoluzione si chiede alla Russia un immediato, completo e incondizionato ritiro di tutte le forze militari dal territorio dell’Ucraina; si stigmatizza la decisione del 22 febbraio 2022 della Russia con la quale sono stati riconosciuti come Stati indipendenti due aree del Donbass (Donetsk e Luhansk) in violazione della sovranità territoriale dell’Ucraina e della Carta Onu; si condannano le gravi violazioni del diritto internazionale umanitario e il coinvolgimento della Bielorussia che ha violato il divieto dell’uso della forza in Ucraina; si richiamano le parti al rispetto degli accordi di Minsk.
Anche il Consiglio per i diritti umani dell’Onu si accinge ad adottare una risoluzione di condanna (DRAFT HRC). Intanto, sempre nel contesto Onu, l’Ucraina ha depositato il ricorso contro la Federazione Russa alla Corte internazionale di giustizia sulla base della Convenzione del 9 dicembre 1948 per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio (ICJ ucraina russia): le udienze per decidere sulle misure provvisorie richieste dall’Ucraina si terranno il 7 e l’8 marzo (misure provvisorie).
Aperto anche il fronte dinanzi alla Corte penale internazionale () qui la lettera inviata al Procuratore con la richiesta di indagare sui crimini di guerra, sui crimini contro l’umanità e sul genocidio commessi in Ucraina (Lituania, altri Stati).
Il Consiglio d’Europa ha attivato l’articolo 8 dello Statuto del Consiglio d’Europa, in base al quale ogni Membro che contravviene all’articolo 3 può essere sospeso dal diritto di rappresentanza: il Comitato dei Ministri, infatti, constatata la contrarietà delle azioni russe all’articolo 3 dello Statuto, che richiede agli Stati di garantire la preminenza del diritto, ha sospeso la Russia dal diritto di rappresentanza (Comitato dei ministri). Non è stata invece ancora chiesto alla Russia di recedere secondo l’articolo 7.
Aggiungi un commento