Comitato dei Ministri: bene le riforme del processo civile ma l’Italia resta sotto osservazione

Le riforme del processo civile vanno nella giusta direzione, ma resta ferma la preoccupazione per i tempi dei processi in Cassazione. Così il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha deciso di mantenere la supervisione sull’esecuzione in Italia di alcune sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo (Barletta e Farnetano, Trapani e Muso). Certo, il Comitato dei Ministri elogia l’Italia, ma parlano le date: due delle sentenze della Corte europea con la quale l’Italia era stata condannata per la durata eccessiva dei processi civili risalgono al 2000 e al 2001 e la condanna nella sentenza Barletta e Farnetano è del 2020, segno che permangono i problemi relativi al rispetto della Convenzione europea e che l’Italia non ha fatto abbastanza per garantire l’effettiva esecuzione delle pronunce di Strasburgo. In ogni caso, con la risoluzione del 2 dicembre 2021 (CM Durata dei processi), per quanto riguarda l’adozione di misure generali, il Comitato ha ritenuto di dover mantenere accesi i riflettori sull’Italia che resta sotto osservazione perché, se è vero che le ultime riforme adottate anche su spinta del Next Generation EU, predispongono un piano per la riduzione dell’arretrato, con un taglio dei tempi anche con il ricorso a strumenti alternativi di soluzione delle controversie e a nuovi strumenti di filtro in appello, resta da vedere l’attuazione concreta di queste riforme. Il Comitato guarda con favore alle modifiche dei ricorsi in Cassazione anche con la previsione di una procedura fast-track nei casi di manifesta infondatezza nonché all’istituzione dell’ufficio del processo, ma restano le preoccupazioni per l’arretrato e la durata dei procedimenti in Cassazione tenendo conto che le riforme del 2016 non hanno funzionato. Le autorità italiane dovranno così presentare aggiornamenti sulle questioni ancora aperte e nuovi dati entro dicembre 2022.

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