Adottata la nuova risoluzione sulla responsabilità di proteggere

L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato, il 18 maggio, la risoluzione n. 277 sulla responsabilità di proteggere e la prevenzione del genocidio, dei crimini di guerra, della pulizia etnica e dei crimini contro l’umanità (qui la bozza). La risoluzione che, in realtà, è piuttosto minimale limitandosi all’inclusione della responsabilità di proteggere nell’agenda annuale dell’Assemblea generale, è stata adottata con 115 voti favorevoli, 28 astensioni e 15 voti contrari, tra i quali Cina, Cuba, Egitto, Eritrea, Russia, Siria (35 Stati non hanno partecipato al voto, qui il documento sulla votazione votazione). Il Segretario generale, il 3 maggio, aveva presentato un rapporto sia all’Assemblea generale sia al Consiglio di sicurezza (A/75/863-S/2021/424, genocidio) nel quale, evidenziato che il Covid-19 ha reso le persone ancora più vulnerabili, ha messo in primo piano i gravi e continui casi di hate speech che, come dimostra il caso del Ruanda, sono direttamente collegati alla commissione di crimini. Dopo un esame sull’attuazione della responsabilità di proteggere e sul ruolo generale delle Nazioni Unite in questo campo, il Segretario generale ha posto l’accento sulla necessità di rafforzare gli strumenti di prevenzione e i sistemi di “early warning”. Nella prevenzione dei crimini – scrive Guterres – è centrale non solo il ruolo di organizzazioni internazionali universali, Stati membri e organizzazioni regionali, ma anche della collettività che deve essere sensibilizzata sulla gravità dei crimini. Tra le misure prioritarie, il Segretario generale ha richiamato interventi efficaci per contrastare l’hate speech, anche coinvolgendo i leader religiosi per prevenire l’incitamento alla violenza. 

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