Un lieve incremento del budget assegnato dagli Stati per il funzionamento della giustizia, con una media di 72 euro per abitante (che vuol dire +8% rispetto al 2016) e con il 65% attribuito ai tribunali, il 24% alle procure e l’11% per il patrocinio a carico dello Stato. Sono poi la Svizzera (220 euro) e il Principato di Monaco (197) a destinare maggiori risorse per la giustizia. È quanto risulta dall’ottavo rapporto biennale della Commissione europea per l’efficienza della giustizia del Consiglio d’Europa (Cepej) diffuso il 22 ottobre, con dati relativi al 2018. Il rapporto, nel quale sono raccolti dati di 45 Stati (non hanno partecipato Liechtenstein e San Marino, mentre hanno fornito i dati Marocco e Israele in quanto osservatori del Cepej e, per la prima volta, il Kazakhstan), quest’anno si è arricchito dei profili dei singoli Paesi e di un database interattivo.
Vediamo i dati: il numero di giudici togati è stabile, con una media di 21 giudici per 100mila abitanti (anche se dal rapporto risultano molte variabili dovute alle diversità del sistema giudiziario), mentre aumentano leggermente i procuratori con una media di 12 per 100mila abitanti. Aumentano le donne attive nel sistema della giustizia, ma resta fermo il problema del tetto di cristallo per quanto riguarda le posizioni di vertice e per la presenza delle donne nei tribunali di grado più alto. Nel complesso, gli uomini con funzione di giudice erano il 46% nel 2018, mentre le donne il 54%, ma ben il 66% dei Presidenti di tribunale era costituito da uomini a fronte del 34% delle donne. Per i procuratori, il 48% uomini e il 52% donne, ma a capo delle procure gli uomini erano il 64% e le donne solo il 36%. Per la professione forense, si conferma l’elevato numero di legali (164 avvocati per 100mila abitanti, con l’Italia a quota 388) e una presenza più maschile che femminile. Un rafforzamento generale della tecnologia si è realizzato in quasi tutti i Paesi ed è indubbio che un’ulteriore spinta in questa direzione è oggi data dalla pandemia.
Tra i dati interessanti, la diminuzione del numero dei tribunali del 10% tra il 2010 e il 2018, con un aumento, però, dei tribunali specializzati. Migliora poi l’efficienza degli organi giurisdizionali. Così, la durata media dei procedimenti nei tribunali penali in primo grado è stata di 122 giorni, in secondo grado di 104 e in terzo grado di 114 giorni. In secondo grado, sono stati 141 nel settore civile e commerciale, 209 nei procedimenti amministrativi, 104 nel penale. Per quanto riguarda l’Italia, la durata dei procedimenti civili e commerciali in primo grado è stata di 527 a fronte dei 514 del 2016. Solo la Grecia fa peggio (559 giorni).
Sul fronte delle procure, il numero dei procuratori è diminuito nell’arco temporale 2010-2018, ma la media è aumentata passando dall’11,1 al 12,1 per 100mila abitanti. L’incremento più significativo in Svizzera dovuto anche alle modifiche del sistema penale. L’Italia ha una media del 3,7 con un aumento, però, del 13%.
Boom di casi riguardanti l’asilo, con un forte impatto sulle giurisdizioni europee. Nel 2018, gli Stati hanno ricevuto 291.443 casi riguardanti l’asilo, con il maggior numero di richieste, come due anni fa, per la Germania (149.593), seguita dalla Francia (58671 casi) e dall’Italia con 48.891 richieste di asilo e 2.224 richiesta per l’ingresso e il permesso di soggiorno nel Paese.
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