Arbitrato commerciale internazionale: la Corte suprema Usa si pronuncia sull’applicazione di principi di diritto interno alla Convenzione di New York

 La Corte suprema americana, con la sentenza n. 18-1048 depositata il 1° giugno 2020, è intervenuta ad affermare che i principi dell’ordinamento interno, che consentono un allargamento del perimetro di applicazione soggettiva di una clausola arbitrale contenuta in un contratto, sono applicabili anche nei casi in cui venga in rilievo la Convenzione di New York del 10 giugno 1958 sul riconoscimento e l’esecuzione delle sentenze arbitrali straniere, favorendo, in questo modo, il ricorso all’arbitrato nei casi di subcontratti e di cambiamenti tra i contraenti (18-1048_8ok0). La complessa vicenda vedeva al centro la ThyssenKrupp la quale aveva concluso alcuni contratti con F., nei quali erano state incluse clausole arbitrali, per la costruzione di uno stabilimento nella fabbrica della stessa Thyssenkrupp in Alabama. F. aveva stipulato dei subcontratti con GE per la fornitura di motori. Ne era nata una controversia e la società che era subentrata alla Thyssen aveva citato l’altra società che però aveva eccepito il difetto di giurisdizione ritenendo di potersi avvalere della clausola arbitrale contenuta nei contratti della Thyssen. L’undicesimo circuito aveva escluso la possibilità di ricorrere all’arbitrato ritenendo che la Convenzione di New York potesse essere invocata e attuata solo dalle parti che avevano firmato il contratto iniziale contenente la clausola arbitrale che, quindi, non vincolava i nuovi soggetti subentranti. Di diverso avviso la Corte Suprema secondo la quale l’indicata Convenzione non impedisce l’applicazione di regole interne più favorevoli nel senso di estendere la clausola arbitrale contenuta in un contratto al contraente subentrante. La stessa Convenzione – osserva la Suprema Corte – non esclude la possibilità che i non firmatari possano procedere all’esecuzione di una convenzione arbitrale sulla base di teorie del diritto interno come quella dell'”equitable estoppel”. Così, la Corte suprema ha permesso una più ampia attuazione della Convenzione sulla base di principi di diritto interno.

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