Non luogo a procedere e minori: la Cassazione interviene per rafforzare i diritti dei vulnerabili in linea con Strasburgo

Prima di dichiarare il non luogo a procedere per difetto di imputabilità di minorenni, è necessario procedere a instaurare il contraddittorio fissando l’udienza preliminare. Va annullata, quindi, la pronuncia del Tribunale per i minorenni di Roma con la quale è stato dichiarato il non luogo a procedere perché le minori, accusate del reato di furto aggravato, non erano imputabili perché di età inferiore a 14 anni. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, IV sezione penale, con la sentenza n. 11541 depositata il 7 aprile 2020 (11541) con la quale la Suprema Corte ha annullato con rinvio la pronuncia del Tribunale di Roma. Questo anche in forza della giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che, sin dalla sentenza dell’11 dicembre 2008, n. 4268/04, nel caso Panovits contro Cipro, ha affermato che gli Stati sono tenuti ad assicurare il pieno godimento dei diritti alle persone minorenni che, per di più, in un processo penale si trovano in una situazione di particolare vulnerabilità. Lo Stato, infatti, deve organizzare il processo penale a carico del minore valutando l’età, il livello di maturità e il grado di sviluppo delle capacità intellettive ed emotive dell’accusato, per permettere al minore di partecipare attivamente al procedimento e di ottenere il pieno riconoscimento del diritto di difesa. Così, anche considerando le possibili ricadute del proscioglimento per difetto di imputabilità, che può incidere sull’inserimento sociale del minore e che la declaratoria di non luogo a procedere è pronunciata con un provvedimento giurisdizionale senza che l’interessato sia informato del contenuto dell’accusa, con possibili conseguenze pregiudizievoli come l’iscrizione nel casellario giudiziale, la Cassazione ha annullato, con rinvio per un nuovo giudizio, il provvedimento del Tribunale per i minorenni.