Il 2020 dovrebbe essere l’anno di svolta per l’attuazione effettiva del Pilastro europeo dei diritti sociali, basato su 20 principi chiave. Con iniziative che andranno dai salari minimi equi per i lavoratori alla parità di genere assicurata anche con retribuzioni trasparenti, passando per nuovi strumenti per i giovani. In primo piano, poi, interventi mirati per l’ambito del lavoro mediante piattaforme digitali. La Commissione europea, per realizzare questi obiettivi, è intervenuta, il 14 gennaio, con la presentazione della Comunicazione sulla costruzione di un’Europa sociale forte per transizioni giuste, con un allegato contenente il piano di azione (COM(2020)14, Strong_Social_Europe_Communication_and_Annex). Il motto è sempre lo stesso – “nessuno può essere lasciato indietro” -, resta da vedere con quali modalità l’Unione europea darà attuazione a quanto proclamato. Nella Comunicazione, che predispone le basi per il Piano di azione per attuare il Pilastro europeo dei diritti sociali, è posta in risalto la necessità di adeguare l’economia alle nuove sfide come i cambiamenti climatici e l’intelligenza artificiale che nei prossimi 5 anni creerà quasi 60 milioni di posti di lavoro nel mondo. Le prime iniziative avranno al centro la consultazione con le parti sociali per arrivare, successivamente, a misure sull’educazione digitale. Nel 2021 partirà il Piano di azione per l’attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali.
Qui il documento utile per la consultazione delle parti sociali sul salario minimo equo (Consultation_fair_minimum_wages).
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