Sanzioni penali comuni nell’Unione europea per chi commette abusi sessuali sui minori. Via libera del Parlamento europeo

Punire chi pratica turismo sessuale. Impedire a coloro che hanno subito condanne per pedofilia di svolgere lavori che prevedano contatti con minori. Sanzionare i produttori ma anche gli utenti di videopedopornografici. Bloccare l’accesso a internet di siti pornografici riguardanti minori. Sono gli obiettivi fissati nella risoluzione del Parlamento europeo adottata il 27 ottobre, sulla proposta di direttiva relativa alla lotta contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pedopornografia, che abroga la decisione quadro 2004/68/GAI (risoluzione). Il testo, frutto di lunghe negoziazioni, passa adesso al Consiglio Ue che dovrebbe approvarlo entro fine anno. Oltre venti le tipologie di reato indicate nell’atto Ue: gli Stati dovranno prevedere come reato atti come il turismo sessuale anche se svolto in uno Stato extra Ue, a condizione che tale reato sia perpetrato da un cittadino comunitario, dovranno punire l’adescamento online, rimuovere i siti dal contenuto pedopornografico o impedirne l’accesso. Sono previste anche sanzioni minime armonizzate. Per gli atti sessuali nei confronti di minori la pena minima  non dovrà essere inferiore a 10 anni di reclusione. Stabiliti 3 anni di carcere per i produttori di siti pornografici che hanno come protagonisti minori e 1 anno per gli utenti.

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