Il Parlamento europeo ha pubblicato uno studio sull’azione dell’Unione europea per garantire la pace e la sicurezza (PE 637.894, maggio 2019, EPRS_STU(2019)637894_EN). Gli ultimi dieci anni sono stati cruciali per l’Unione europea e per l’intera comunità internazionale, sotto il profilo della sicurezza, situazione che ha spinto l’Unione a rafforzare gli sforzi in questo campo, anche per fronteggiare nuovi attacchi come quelli informatici. Le sfide globali sono complesse e multidimensionali e richiedono interventi strutturali, anche per rispondere alle minacce ibride che impongono risposte in un ambito non conosciuto.
Lo studio parte da un’analisi della situazione geopolitica e del livello di pace e sicurezza in Europa. La seconda pare è dedicata all’attuazione della Strategia globale, all’azione attraverso la cooperazione strutturata permanente (PESCO) e alle risorse messe in campo dall’Unione per la pace, incluso il funzionamento del Fondo pluriennale. Un approfondimento è dedicato all’accordo nucleare iraniano e al sostegno alla democrazia in molte zone del mondo. Al centro degli interventi dell’Unione, che ha istituito nel 2017 un comando unico per gestire le missioni militari di formazione, la Repubblica centro africana, la Somalia e la Colombia, nonché una crescente attenzione all’adozione di misure per combattere il terrorismo internazionale, che vanno dall’armonizzazione delle norme alla lotta al finanziamento del terrorismo internazionale. L’Unione europea, poi, prosegue il dialogo con la Nato incentrato sulla condivisione delle informazioni, la pianificazione concertata e la cooperazione.
Tuttavia, è la disinformazione, combinata ad altre tecniche, a preoccupare l’Unione europea, soprattutto tenendo conto dei rischi per la democrazia, come dimostrano numerosi casi come la guerra ibrida tra Russia e Ucraina e il referendum nel Regno Unito.
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