L’assistenza alle vittime della tratta degli esseri umani arranca. Malgrado gli obblighi che incombono sugli Stati, le autorità nazionali non hanno messo a punto misure adeguate per garantire a tutto campo la tutela delle vittime. Con il rischio che le vittime della tratta continuino ad essere sottoposte ad abusi e a restare in una situazione di vulnerabilità, con il pericolo concreto di ulteriori sfruttamenti. Lo ha scritto il Gruppo di esperti del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani (GRETA) nel rapporto annuale relativo all’attuazione della Convenzione sulla lotta contro la tratta presentato il 28 maggio (8th_General_Report_GRETA). Gli Stati – scrive il Comitato – devono rafforzare le misure di assistenza alle vittime della tratta di esseri umani, fornendo, in linea con la Convenzione, un alloggio appropriato, cure mediche, assistenza psicologica, sostegno materiale, informazioni sui diritti, assistenza legale e supporto per il reinserimento sociale.
Per quanto riguarda l’Italia, che ha ratificato la Convenzione con legge n. 108 del 2 ottobre 2010, il GRETA ha mostrato preoccupazioni (come è ovvio) per l’adozione del codice di condotta per le ONG che si occupano del salvataggio in mare dei migranti, preoccupazioni già evidenziate dal Relatore speciale delle Nazioni Unite sul traffico degli esseri umani.
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