L’intelligenza artificiale può mettere a rischio i diritti umani. Pertanto, gli Stati sono tenuti ad adottare talune misure per ridurre l’impatto negativo sui diritti delle persone, ottimizzando, però, il potenziale dei sistemi di intelligenza artificiale. Lo scrive la Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa Dunja Mijatović nella raccomandazione adottata il 14 maggio dal titolo “Unboxing artificial intelligence: 10 steps to protect Human Rights” (IA-EN).
Sono dieci le aree nelle quali gli Stati dovrebbero intervenire, procedendo a una valutazione dell’impatto sui diritti umani, a consultazioni pubbliche, all’adozione di norme in materia di diritti umani nel settore privato, alla tutela della privacy e della protezione dei dati. Inoltre, le autorità nazionali devono assicurare informazione e trasparenza, un controllo indipendente, l’affermazione del principio di non discriminazione e uguaglianza, la libertà di espressione, di assemblea, di associazione e il diritto al lavoro, l’accesso alle vie di ricorso, la promozione e la conoscenza della comprensione dell’intelligenza artificiale. Centrale una valutazione di impatto sui diritti umani nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale e il pieno accesso alle informazioni anche sulle modalità di utilizzo della tecnologia.
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