Allarme sul livello della democrazia e sulle pressioni su giornalisti e organizzazioni non governative tra gli Stati parti al Consiglio d’Europa. Lo ha lanciato il Segretario generale del Consiglio d’Europa, Thorbjørn Jagland, nel rapporto annuale relativo all’attività nel 2018 pubblicato il 5 aprile dal titolo “Ready for Future Challenges” (rapporto segretario generale). Un’occasione per fare il punto sull’attività del Segretariato che chiede agli Stati di porre un freno alle forze nazionaliste che mettono in discussione finanche l’autorità della Corte europea dei diritti dell’uomo e di contribuire tempestivamente al bilancio nel rispetto delle regole esistenti. E questo proprio mentre nuove sfide urgenti bussano alle porte del Consiglio d’Europa. E’ il caso – scrive il Segretario generale – delle questioni giuridiche sollevate dell’intelligenza artificiale e dalle nuove forme di schiavitù. Senza dimenticare le pressioni alle quali è sottoposto il sistema giudiziario in diversi Stati e gli effetti altamente negativi, anche sul fronte dei diritti umani, delle misure di austerity. Le maggiori preoccupazioni sono dedicate agli attacchi alla libertà di stampa, con i giornalisti colpiti da attacchi di uomini politici e da continue azioni giudiziarie, anche con l’intento di ottenere le fonti che svelano notizie di interesse generale ai reporter. Tutto a vantaggio di una politica di disinformazione.
La parte finale del documento è dedicata all’impatto delle violazioni dei diritti dell’uomo sul carico di lavoro della Corte europea e alle prospettive di intervento del Consiglio d’Europa.
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