La Corte comunica alla Russia il ricorso per il volo MH-17 – ECHR notification to Russia of cases in the downing of flight MH-17

La Corte europea dei diritti dell’uomo ha comunicato alla Russia il ricorso presentato da 380 familiari delle vittime dell’abbattimento, con un missile, dell’aereo della Malesia Airlines, MH-17, da Amsterdam a Kuala Lumpur, nel territorio ucraino, avvenuto il 17 luglio 2014 (ricorsi n. 25714/16 e n. 56328/18, AYLEY AND OTHERS v. RUSSIA and 1 other application). 

A tre anni dal crimine, che ha provocato la morte di 298 persone, ancora nessuna giustizia per le vittime. Alcuni familiari dei passeggeri uccisi, provenienti da Australia, Belgio, Canada, Germania, Hong Kong, Indonesia, Israele, Malesia, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Filippine, Regno Unito, Stati Uniti e Vietnam, provano la strada di Strasburgo considerando la Russia responsabile, in modo diretto o indiretto, dell’abbattimento dell’aereo. Non solo. Le autorità russe non hanno svolto alcuna indagine effettiva e non hanno cooperato con gli inquirenti di altri Stati. I ricorrenti sostengono che la Russia ha violato l’articolo 2 della Convenzione europea che assicura il diritto alla vita, dell’articolo 3 sul divieto di tortura e di trattamenti inumani e degradanti, dell’articolo 6 sull’equo processo, dell’articolo 8 sul diritto al rispetto della vita privata e familiare, nonché dell’articolo 13 sul diritto alla tutela giurisdizionale effettiva.
La Corte europea ha comunicato il ricorso alla Russia, segno che l’azione non è manifestamente infondata. Adesso il Governo presenterà le proprie osservazioni e poi la parola passerà alla Corte.

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