Il Parlamento Ue approva la risoluzione sulla lotta al precariato e all’abuso di contratti a tempo determinato – Europen Parliament on precariousness and the abusive use of fixed-term contracts

Aumentano in tutta Europa i contratti atipici e temporanei e cresce l’allarme per il precariato nello spazio Ue. Per fronteggiare un’emergenza che rischia di compromettere i diritti fissati dall’Unione, con danni sui lavoratori, il Parlamento europeo, con la risoluzione approvata il 31 maggio, ha chiesto alla Commissione europea di “adottare provvedimenti immediati per affrontare in modo efficace le pratiche occupazionali che conducono alla precarietà” (242). La risoluzione è una risposta alle petizioni riguardanti la lotta alla precarietà e all’abuso dei contratti a tempo determinato ed è indirizzata a spingere la Commissione europea ad attuare una politica di tolleranza zero verso il lavoro precario non solo vigilando sul pieno rispetto delle direttive dell’Unione e della giurisprudenza della Corte di giustizia, ma anche formulando proposte per impedire pratiche occupazionali che spingono verso la precarietà. Gli eurodeputati hanno anche lanciato l’allarme sulla violazione della direttiva 199/70/CE a causa della diffusione di prassi che portano al rinnovo di contratti di lavoro a tempo determinato “per coprire esigenze che non sono di natura temporanea, ma permanente e durevole”. Sul punto – osserva il Parlamento – la Corte di giustizia ha più volte stabilito che “la conversione di un contratto a tempo determinato in un contratto a tempo indeterminato costituisce una misura che è coerente con gli obblighi derivanti dal diritto dell’UE in quanto impedisce l’abuso dei contratti a tempo determinato e comporta l’eliminazione definitiva delle conseguenze dell’abuso”. Sul fronte dei nuovi lavori, gli eurodeputati hanno chiesto un miglioramento delle condizioni dei lavoratori nei lavori non convenzionali, con la previsione di standard minimi di protezione sociale, livelli retributivi minimi e l’accesso alle attività di formazione e sviluppo.

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