Notifica del mandato di arresto europeo e decorrenza dei termini di custodia cautelare

La Corte di cassazione, V sezione penale, con sentenza n. 30428/11 depositata il 1° agosto (sen30428) torna sul mandato di arresto europeo. Alla Suprema Corte si era rivolto un indagato:  il Tribunale per la libertà di Milano aveva respinto l’istanza con la quale era stata chiesta la declaratoria di perdita di efficacia del provvedimento della custodia cautelare in carcere. Il Gip aveva emesso un mandato di arresto europeo e la Francia aveva eseguito il provvedimento nei confronti del ricorrente detenuto per espiare la pena. Il Tribunale, con ordinanza, aveva escluso che il computo del periodo di detenzione per espiare la pena potesse essere calcolato anche per determinare  il periodo di custodia cautelare in Italia. L’indagato aveva fatto ricorso in Cassazione che aveva respinto l’istanza ritenendo che il termine di decorrenza della custodia cautelare partisse dal momento in cui lo Stato estero metteva la persona richiesta a disposizione dell’autorità richiedente. Tuttavia, successivamente, con sentenza 21056/2010 relativa al ricorso di un coindagato, la Suprema corte aveva adottato una decisione in senso contrario a tale orientamento. Di conseguenza, la Suprema Corte, con la sentenza del 1° agosto, ha accolto il nuovo ricorso, ritenendo la pronuncia n. 21056 come fatto nuovo e precisando che i termini di decorrenza per l’espiazione della pena e per la custodia cautelare vanno calcolati dal momento della notifica del mandato di arresto europeo.

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