Detenzione e misure alternative nell’Unione europea nel segno dei diritti umani. Italia in vetta per la custodia cautelare

Focus sulla tutela dei diritti fondamentali nelle procedure di trasferimento dei detenuti nelle fasi precedenti e successive ai processi. E’ l’Agenzia dell’Unione europea dei diritti fondamentali ad approfondire le questioni legate alla detenzione e agli strumenti alternativi negli Stati membri nel rapporto dal titolo “Criminal detention and alternatives in the EU: fundamental rights aspects in pre and post-trial cross-border transfer procedures” (fra-2016-criminal-detention-and-alternatives_en). Uno studio di particolare utilità, che fornisce uno strumento anche per fare il punto sull’attuazione del pacchetto di atti adottati dall’Unione europea in quest’ambito. Dalla decisione quadro 2008/909 sull’applicazione del principio del reciproco riconoscimento alle sentenze penali che irrogano pene detentive o misure privative della libertà personale, ai fini della loro esecuzione nell’Unione europea, alla n. 2009/829 sull’applicazione tra gli Stati membri dell’Unione europea del principio del reciproco riconoscimento alle decisioni sulle misure alternative alla detenzione cautelare, passando per la decisione quadro n. 2008/947 relativa all’applicazione del principio del reciproco riconoscimento alle sentenze e alle decisioni di sospensione condizionale in vista della sorveglianza delle misure di sospensione condizionale e delle sanzioni sostitutive.

Per l’Agenzia, la detenzione deve essere considerata come misura di ultima istanza, con l’obbligo per le autorità nazionali degli Stati membri di cercare soluzioni alternative nel segno di un rafforzamento della tutela dei diritti umani. Tra l’altro – scrive l’Agenzia – non solo le misure alternative sono più vantaggiose in termini di costi, ma lo sono anche sotto il profilo dell’obiettivo del reinserimento nella società e per fronteggiare la radicalizzazione. Nel rapporto sono analizzati i diritti procedurali, da quello alla difesa al diritto all’interprete, tenendo conto della tutela delle vittime. Per quanto riguarda i dati, in materia di custodia cautelare l’Italia ha il numero più alto di detenuti, superando di molto la media Ue.

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