Indipendenza e imparzialità della magistratura nel piano d’azione del Consiglio d’Europa

Il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa ha approvato, il 13 aprile, il Piano d’azione 2016-2021 per il rafforzamento e l’imparzialità del potere giudiziario che è in discussione dal 21 al vertice di Sofia (Plan of action). Quasi 1/3 degli Stati parti alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo continuano a non rispettare il principio d’indipendenza e di imparzialità dei magistrati, spesso sottoposti a pressioni dell’esecutivo, in violazione di una regola indispensabile per l’effettiva esistenza di uno stato di diritto. E’ così evidente la necessità di adottare misure idonee a proteggere in modo più ampio l’indipendenza dei magistrati inquirenti, spesso sotto attacco anche in Paesi democratici. Va poi rafforzata la fiducia della collettività nella giustizia. Nel piano d’azione che gli Stati dovranno attuare, il Consiglio d’europa chiede alle autorità nazionali di fare in modo che la magistratura sia libera da pressioni dell’esecutivo. In questa direzione gli organi simili al consiglio superiore della magistratura non devono subire intromissioni e, quindi, gli Stati devono favorire una composizione con pochi membri esterni alla magistratura che, in ogni caso, non devono rispondere al potere esecutivo. Di qui anche la necessità che le questioni riguardanti la selezione, la promozione dei magistrati e le sanzioni disciplinari, nonché gli spostamenti sul territorio, siano affidati agli organi composti da magistrati. Gli Stati devono poi rafforzare l’effettiva esecuzione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo.

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