Nuove regole per combattere la tratta degli esseri umani

Obiettivo primario tutelare le vittime della tratta e introdurre strumenti per prevenire il crimine. E’ quanto si propone la direttiva 2011/36/Ue del 5 aprile 2011 concernente la prevenzione e la repressione della tratta di esseri umani e la protezione delle vittime e che sostituisce la decisione quadro 2002/629/Gai (tratta),  da recepire entro il 6 aprile 2013. La direttiva, che imporrà a tutti gli Stati membri, ad esclusione di Regno Unito e Danimarca, un inasprimento del quadro normativo interno per fronteggiare la piaga della tratta degli esseri umani, amplia le fattispecie considerate reati e prevede che per i reati individuati dall’articolo 2 sia disposta la reclusione della durata massima di almeno 2 anni. Nei casi di vittime particolarmente vulnerabili o di reati commessi nell’ambito di un’organizzazione criminale, però, la pena dovrà essere di almeno 10 anni. Gli Stati dovranno predisporre un sistema di risarcimento per le vittime. Fissati anche i criteri per ripartire la giurisdizione tra gli Stati membri e disposta la responsabilità delle persone giuridiche, con un rafforzamento del ruolo di Eurojust e Europol.

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