L’Assemblea generale chiede la punizione di coloro che distruggono i beni culturali in Iraq

Gli attacchi al patrimonio culturale e artistico in Iraq va fermato e gli autori puniti in quanto autori di crimini di guerra. Lo chiede l’Assemblea generale delle Nazioni Unite con la risoluzione del 28 maggio n. 69/281 “Salvare il patrimonio culturale dell’Iraq”, diffusa nei giorni scorsi e adottata all’unanimità (N1515532 ). Continuano, in scala crescente, gli attacchi intenzionali contro gli edifici religiosi, i monumenti storici e artistici, atti che costituiscono crimini di guerra e che impongono la punizione di coloro che li commettono. Necessaria, quindi, una mobilitazione della comunità internazionale, anche sul fronte della giurisdizione interna per punire gli autori dei crimini. Questi atti di violenza estrema – scrive l’Assemblea generale – sono rivolti contro il passato, il presente e il futuro della civiltà e sono veri e propri strumenti di guerra. I beni distrutti, infatti, rappresentano la memoria dei popoli e la loro distruzione è un danno irreparabile. Pertanto, è necessaria una maggiore cooperazione tra gli Stati per fronteggiare gli atti dell’ISIL (Islamic State of Iraq and the Levant) che, nel corso degli ultimi tempi, ha aumentato gli attacchi intenzionali per diffondere il terrore tra la popolazione. L’Assemblea generale chiede anche di rafforzare gli strumenti per combattere il traffico illecito di beni culturali che ha una portata enorme, con una dimensione mai raggiunta nel passato.

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