Sul diritto dei condannati di altri Stati Ue a restare in Italia per scontare la pena deciderà la Consulta

Sarà la Corte costituzionale a sciogliere ogni dubbio di costituzionalità sulla mancata previsione nell’articolo 705 c.p.p. in ordine alla possibilità, da parte delle autorità nazionali italiane, di rifiutare la richiesta di estradizione avanzata da uno Stato nei confronti di un cittadino Ue (all’epoca dei fatti non era applicabile la decisione quadro sul mandato di arresto europeo) che vive da lungo tempo e in modo stabile in Italia, Paese nel quale ha tutti i legami familiari e lavorativi. Secondo la Cassazione, sesta sezione penale (ordinanza n. 5580 depositata il 14 febbraio 2011, http://www.cortedicassazione.it/Documenti/5580_02_11.pdf), questa lacuna potrebbe risultare contraria agli articoli 3, 27 comma 3 e 117 della Costituzione, soprattutto tenendo conto che un rifiuto di questo genere può essere opposto nei casi in cui lo Stato richiedente proceda con un mandato di arresto europeo. Senza dimenticare che la mancata previsione di un simile motivo di rifiuto all’estradizione potrebbe impedire a un cittadino Ue di esercitare il suo diritto a stabilirsi in uno Stato membro.

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