Critiche a magistrati e libertà di espressione: comunicato un ricorso contro l’Italia

La cancelleria della Corte europea dei diritti dell’uomo ha comunicato al Governo italiano un ricorso presentato contro lo Stato da un avvocato che, a seguito di una lettera circolare trasmessa ad alcuni magistrati e avvocati, con forti critiche a un giudice, si era visto condannare per diffamazione (PERUZZI c. ITALIE, ricorso n. 39294/09). Il legale aveva presentato un esposto al Csm, inviando per lettera il contenuto del suo atto ad altri magistrati del Tribunale in cui prestava servizio il giudice. All’interno della lettera, l’avvocato, senza menzionare il nome del giudice, lo accusava di arbitrarietà, di un eccesso nell’esercizio del suo potere discrezionale, così intaccando la professionalità del magistrato. Quest’ultimo lo aveva denunciato in Cassazione. I giudici nazionali gli avevano dato ragione, addirittura condannandolo, in primo grado, a una pena detentiva. Di qui il ricorso alla Corte europea. Per l’avvocato, infatti, l’Italia, disponendo la condanna, ha intaccato il suo diritto alla libertà di espressione. Dopo le osservazioni dell’Italia, la Corte si pronuncerà sulla ricevibilità e poi, eventualmente, sul merito.

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