Al centro della sessione di giugno dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ci sarà la situazione dei migranti nel Mediterraneo. Due rapporti mettono in chiaro che l’Europa non fa abbastanza per supportare i Paesi che si trovano alle prese con un incremento degli sbarchi che mettono a rischio tante vite umane. Al tempo stesso, però, alcuni Stati non intervengono per migliorare la situazione, applicano, in taluni casi, il refoulement e non tengono conto dei richiedenti asilo. Questa la tabella di marcia dell’Assemblea parlamentare: il 24 giugno sarà discusso e approvato il rapporto sugli arrivi su larga scala in Italia, redatto da Christopher hope (Migranti) che chiede all’Italia un’effettiva esecuzione della sentenza Hirsi e un maggiore supporto alle autorità italiane da parte della comunità internazionale anche tenendo conto che aumentano gli arrivi di donne e bambini non accompagnati. L’Italia, si osserva nel rapporto, non ha attuato in modo adeguato la normativa Ue: basti pensare agli ostacoli posti dall’Italia nell’immissione delle impronte digitali nel sistema Eurodac.
La scarsa efficacia degli interventi della comunità internazionale è anche al centro del rapporto”The Left-to-die boat: actions and reaction” presentato dal Relatore Strik (immigrazione) che contiene aspre critiche sul ruolo della Nato in alcuni salvataggi nel Mediterraneo, con una richiesta agli Stati nel senso dell’eliminazione di norme incriminatrici nei casi in cui i pescherecci intervengano per salvare vite umane e una maggiore protezione dei richiedenti asilo. Nel rapporto, che segnala gli aspetti positivi della missione italiana “Mare Nostrum”, s’invoca anche l’adozione di un Patto per il Mediterraneo.
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