La Commissione Ue disegna il futuro dello spazio giustizia post Stoccolma

Entro il 2020 la Commissione europea vuole arrivare alla costruzione di uno spazio comune di giustizia “pienamente operativo basato sulla fiducia, la mobilità e la crescita”. Lo ha messo nero su bianco nella Comunicazione dell’11 marzo sulla politica  futura di giustizia dell’Unione con la quale sono individuate tre sfide fondamentali: rafforzare la fiducia reciproca, agevolare la mobilità e contribuire alla crescita economica (com_2014_144_en). Il programma di Stoccolma cesserà di essere operativo dal 1° dicembre 2014 e, nella stessa data, si concluderà anche la fase transitoria prevista dal Trattato di Lisbona con riguardo alle competenze della Corte di giustizia e ai limiti relativi all’avvio di procedure d’infrazione da parte della Commissione. Centrale, nella visione di Bruxelles, una codificazione più incisiva, soprattutto dei diritti procedurali e un’armonizzazione del diritto sostanziale e processuale. Anche per rafforzare il livello di fiducia dei cittadini nei sistemi giudiziari nazionali che vedono l’Italia nella fascia bassa della classifica, con il 63% della popolazione che non ha fiducia nel sistema giudiziario interno (indagine Eurobarometro novembre 2013). La Commissione punta poi a un rafforzamento della formazione degli operatori del diritto proprio nel campo del diritto dell’Unione europea.

Qui alcune schede riepilogative per settore criminal_law_encivil_law_enfundamental_rights_en

La Commissione, sempre l’11 marzo, ha adottato una comunicazione sul futuro programma nel settore degli Affari interni, con l’obiettivo di utilizzare le opportunità offerte dalla migrazione soprattutto – osserva la Commissione – in considerazione dell’invecchiamento della popolazione e il declino della forza lavoro” (qui la comunicazione an_open_and_secure_europe_-_making_it_happen_en e il documento di lavoro an_open_and_secure_europe_-_making_it_happen_swd_en). In particolare, Bruxelles punta a una migliore integrazione dei migranti nel mercato del lavoro e a una società basata sull’accoglienza. Va segnalato che, in relazione ai richiedenti asilo, tenendo conto del numero delle richieste in rapporto alla popolazione statale, Malta risulta al primo posto con 4.981 istanze, Lussemburgo al secondo con 3.915. La Germania è a quota 949 domande, l’Italia ha ricevuto 292 domande, molto al di sotto della media Ue che è di 670 istanze.

 

 

 

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